2019 – Cipro, l’ultimo muro d’Europa

 

Ci sono storie di muri che si ripetono nel corso dei secoli, ma raccontare per fotografie, quello che divide

in due Nicosia, unica capitale ancora separata nel mondo, è qualcosa di straniante ma al tempo stesso stimolante,

perché ci si ritrova a vagare per una città dove tra le case sono stati costruiti ostacoli fatti di bidoni, barili,

sacchi di sabbia e blocchi di cemento, il tutto a formare un’unica barriera spesso presidiata da soldati armati,

come in attesa di una prossima invasione; intorno a tutto questo, case vuote e abbandonate, che ti guardano

con finestre come orbite oculari, lucchetti arrugginiti dagli anni a chiudere porte mai più riaperte e stanze vuote,

polverose e silenziose dove aleggia la memoria di coloro che le hanno vissute, oggi abitate solo da fantasmi;

e poi c’è un oltre, al di qua e al di là della barriera dove la vita scorre ma in un’altra lingua, religione e cultura: pochi

passi, qualche adempimento burocratico, controlli dei documenti al check-point e ti ritrovi nella stessa giornata

anche per più volte, catapultato in realtà diverse.

Le fotografie qui raccolte ci raccontano questa realtà, ai più sconosciuta, senza volere parteggiare per nessuna delle

due fazioni: ma nell’aria si percepisce il doloroso distacco degli uomini dovuto più a volontà politiche che delle popolazioni.

Una fotografia che indaga, mostra, racconta come nella migliore tradizione del reportage e della street photography,

dove l’uomo è presente anche quando assente. I fotografi sono i testimoni del nostro tempo e sono l’occhio ed il passo

di Virgilio che ci accompagnano sulle strade del mondo.

A questo progetto hanno partecipato i fotografi: Valerio Bianco, Franco Bussolino, Emilio Ingenito, Giorgio Veronesi

e Pier Paolo Viola e si è aggiunta la collaborazione di Angelo Baffa Giusa. La pubblicazione che è stata realizzata in tiratura

limitata si avvalsa della studiosa greca Athina Sarantidi.

 

Cipro, ultimo muro d’Europa

L’isola di Cipro, la terza per estensione nel Mar Mediterraneo dopo la Sicilia e la Sardegna, fu al centro di una grande attività mercantile fin dalla metà del II millennio a.C., grazie allo sviluppo di continui rapporti con l’Egitto dei Ramessidi e con le città costiere del Levante (Biblo, Sidone, Tiro), ma anche con l’instaurarsi di una rotta diretta in mare aperto verso l’estremo occidente del bacino, fino alla penisola iberica.

Tra le numerose prove di questa intensa attività si possono ricordare: i lingotti ox-hide di puro rame (di cui l’isola è ricca) scoperti a Creta, in Sicilia, in Sardegna e che dimostrano il ruolo unificatore assunto da Cipro nel complesso panorama commerciale della tarda Età del Bronzo; il relitto ritrovato al largo di Uluburun (nella Turchia sud-occidentale) e ivi naufragato intorno al 1300 a.C., proveniente da Cipro con il suo prezioso carico di metalli, legni pregiati, vasi, avorio, oro, argento, da attribuire ad almeno una decina di culture mediterranee differenti; il magnifico Racconto di Wenamun, appartenente alla letteratura egizia e risalente all’anno 1000 a.C, dal quale si può comprendere quanto l’isola fosse cosmopolita.

Questi episodi ci ricordano che il Grande Mare, in apparenza barriera insuperabile, si dimostrò invece un’opportunità, facendo dell’isola un luogo di incontro, di condivisione, di commercio, di interessi comuni, di solidarietà.

Questa brevissima introduzione può essere utile per comprendere Cipro, ultimo muro d’Europa, il lavoro di un gruppo di fotografi torinesi (Angelo Baffa Giusa, Valerio Bianco, Franco Bussolino, Emilio Ingenito, Giorgio Veronesi, Pier Paolo Viola) che sull’isola hanno realizzato un attento e raffinato reportage di documentazione sulla cosiddetta Linea Verde, anacronistico elemento divisivo all’interno non soltanto dell’isola ma di una civilissima Europa ed in netto contrasto con gli antichi accadimenti a cui abbiamo fatto cenno.

Il progetto dei “Sei di Torino” (ci venga concessa questa analogia del tutto numerica) è un felice connubio tra i reportages della migliore tradizione giornalistica, la documentazione storica e un’analisi intrinsecamente politica ottenuta tramite la padronanza degli strumenti tecnologici.

E´necessario precisare, data la delicatezza del tema, che per “politica” si intende, ovviamente, la partecipazione attiva e intima alla vita pubblica del mondo contemporaneo tramite gli strumenti più consoni alla propria sensibilità.

Le 48 fotografie facenti parte del progetto sono divise in 3 gruppi (Barriera, Fantasmi, Oltre) coerenti dal punto di vista stilistico e cronologicamente conseguenti.

Alle immagini della Barriera, reale, fisica, indagata nelle sue forme più bizzarre e riprodotta con semplice nitidezza, fanno seguito quelle che documentano le abitazioni vuote o abbandonate da decenni, oggi popolate soltanto da Fantasmi inquieti, ubicate al di qua e al di là del muro, mentre intorno la vita quotidiana prosegue nella sua apparente normalità e la speranza in un futuro diverso e migliore rimane sottotraccia (Oltre).

Le immagini sono state scattate (e prima ancora pensate) a colori, proprio per rendere viva e intensa la situazione contingente.

Un reportage in bianco e nero, seppure affascinante, avrebbe relegato nel passato o nell’oblìo una realtà sconosciuta ai più e avrebbe sancito lo status quo. Viceversa, il colore pone i fruitori delle immagini di fronte all’ineluttabilità del quotidiano: a Cipro vivono persone, e con esse sentimenti, ricordi, passioni antiche, affetti familiari; vivono nel nostro tempo, oggi, in un’Europa spesso distratta che volge il capo fingendo di non vedere un anacronismo geografico, culturale, politico, quale si rivela essere il muro cipriota.

I sei fotografi autori di questo lavoro sommesso eppure scrupolosamente analitico ci pongono di fronte a un lato oscuro della nostra storia contemporanea utilizzando “occhi digitali” per nulla distaccati. In questo senso sono “di parte”, in quanto tra la semplice documentazione turistica e quella impregnata di impegno sociale scelgono quest’ultima, mantenendo una leggerezza stilistica complice e solidale con tutti gli esseri umani costretti a subire decisioni geopolitiche tanto indecifrabili quanto ingiuste.

Le case abbandonate; le suppellettili divorate dal tempo; i muri scrostati o incisi con scritte per noi incomprensibili; le porte e le finestre in parte prive di vernice (e forse di speranza); le bandiere contrapposte; il filo spinato che non può dividere i sentimenti; i fusti di lamiera accatastati e invasi dalla vegetazione; le prospettive architettoniche che evidenziano un passato e un futuro atemporali: si tratta di testimoni muti di una “contemporaneità fossilizzata”, che merita di essere  rammentata.

Ma nella Cipro divisa dalla Linea Verde non ci sono soltanto assenze. Esistono anche solide presenze, tra le quali si distinguono gli sguardi dignitosi e pieni di speranza (una speranza non angosciata) delle persone che passeggiano oppure di quelle sedute ai tavoli dei locali, in attesa di un futuro imperscrutabile ma che è possibile immaginare differente dall’attuale. Un futuro di riunificazione, di comunione, di fiducia reciproca.

Le immagini che fanno parte di questo pregnante lavoro fotografico hanno tutte la medesima cifra stilistica, a dimostrare la bontà di un progetto condiviso e unitario. Ogni fotografo ha messo a disposizione la propria sensibilità evitando che questa prevaricasse rispetto a quelle degli altri.

Eppure, come valore aggiunto, è possibile riconoscere le peculiarità dei singoli sguardi: l’eleganza di Angelo Baffa Giusa, la determinazione di Valerio Bianco, l’elegante malinconia di Franco Bussolino, la curiosità di Emilio Ingenito, l’ironia di Giorgio Veronesi, la levità di Pier Paolo Viola.

Queste differenti sensibilità, unificate da una pregevole coerenza metodologica, perfezionano l’essenza del progetto e certificano il raggiungimento del traguardo originario: illuminare con un colorismo sobrio e senza artifici un angolo buio della nostra Europa, in un periodo storico di pericoloso smarrimento.

Silvio Campus

 

 

Mostre/Exhibitions

2019 – Torino – Cecchi Point Fermento Social Pub

2023 – Almese (TO) – Ricetto San Mauro

Pubblicazioni

2019 – Cipro, l’ultimo muro d’Europa – Edizione limitata 

 

Valerio Bianco

Franco Bussolino

Emilio Ingenito

Giorgio Veronesi

 

Pier Paolo Viola